Chianti: non solo vino ma anche arte e cultura
Dolci colline, splendidi vigneti ed oliveti centenari caratterizzano il paesaggio nei dintorni di Firenze. Con l’eccezione della zona a ovest della città, fortemente urbanizzata, ovunque ci si muova nel resto della provincia fiorentina l’impatto visivo della sua campagna è da cartolina.
Non è un caso, del resto, se la campagna toscana è diventata famosa in tutto il mondo per la sua bellezza, per il suo immenso patrimonio culturale e per il rispetto mostrato nei confronti della sua splendida natura.
Storia del Chianti
La storia del Chianti è una storia millenaria. L’area fu infatti abitata sin dall’età del rame. Nel corso dei secoli si avvicendarono diverse civiltà, in primis quella etrusca e romana che hanno lasciato testimonianze della loro presenza anche nei vari toponimi locali. A tal proposito l’etimologia stessa della parola “Chianti”, per quanto ancora incerta, deriverebbe proprio dall’antico etrusco o dal latino, questione che divide ancora i più autorevoli linguisti contemporanei.
L’area geografica conosciuta come Chianti è delimitata dalla provincia di Firenze a nord e da quella di Siena a sud e si trova proprio a cavallo tra queste due province. Comprende i comuni di Castellina in Chianti, Gaiole in Chianti, Greve in Chianti e Radda in Chianti nella loro interezza, e in parte quelli di Barberino Val d’Elsa, Castelnuovo Berardenga, Poggibonsi, San Casciano in Val di Pesa e Tavarnelle in Val di Pesa.
Il primo documento a parlare del vino Chianti risale al XIII secolo, quando i produttori di vino e i mercanti del luogo formarono la Lega del Chianti per difendere il territorio in caso di guerra nonché salvaguardare e promuovere il vino locale. Nel 1716 Cosimo III de’ Medici, Granduca di Toscana, legiferò un editto secondo cui i tre villaggi della Lega del Chianti (Gaiole, Castellina e Radda), insieme a Greve in Chianti potevano essere gli unici produttori autorizzati di vino Chianti.
Questa delimitazione durò fino al 1930 quando il governo italiano ampliò i confini dell’area. La zona originaria specificata dall’ editto di Cosimo III de’ Medici coinciderà comunque con il cuore del cosiddetto Chianti Classico. Tuttavia sarà grazie al lavoro di Bettino Ricasoli che la produzione del vino Chianti sarà standardizzata in maniera moderna. Come ministro degli interni del Granducato di Toscana Bettino Ricasoli promosse l’unione della Toscana al Piemonte, avvenuta il 12 marzo 1860. Ricasoli sarebbe poi diventato Primo Ministro dell’ Italia unificata, succedendo a Cavour.
Soprannominato il “Barone di ferro” ed appartenenete ad una vecchia famiglia della nobiltà fiorentina, fu proprio lui ad ufficializzare la ricetta moderna del Chianti come di un vino composto principalmente da uva Sangiovese.
Il vino
L’area vitivinicola del Chianti è stata fondata alla fine degli anni ’30 del XX secolo con decreto ministeriale. E’ qui che si produce il Chianti Classico DOCG.
Chianti Classico DOCG non è sinonimo di Chianti DOCG. Può sembrare complicato, ma non lo è affatto.
Il Chianti Classico (o Chianti Classico DOCG) può essere prodotto solo nella zona storica che comprende i comuni di Gaiole, Castellina e Radda. Il Chianti DOCG si produce invece in una zona più ampia che comprende una gran parte del centro e del nord della Toscana. Ed essendo l’uva altamente reattiva all’ambiente (composizione chimica del terreno, condizioni climatiche, etc.), si è delineata tutta una serie di sub-zone per la produzione del Chianti, in quanto il terreno è un elemento cruciale nel determinare il carattere distintivo dei vini.
La delimitazione moderna delle zone di produzione risale ad un decreto ministeriale del 1932. Gli altri vini prodotti nei dintorni di Firenze, comprendono il Chianti Colli Fiorentini DOCG (colline attorno a Firenze), Chianti Montespertoli DOCG (sud-ovest di Firenze), Chianti Montalbano DOCG (circa 20 chilometri ad ovest di Firenze), Carmignano DOCG (provincia di Prato), Chianti Rufina DOCG (prodotto nella valle del fiume Sieve), Pomino DOC (in una piccola parte del comune di Rufina, un tempo territorio delle celebri famiglie degli Albizi e dei Frescobaldi), Bianco dell’Empolese DOC (prodotto nel sud-ovest della provincia di Firenze), Colli dell’Etruria DOC (prodotto all’incirca nella stessa area del Chianti) e i vari vini IGT (conosciuti come Super Toscani). Ultimo ma non da meno il delizioso Vin Santo, tradizionale passito disponibile in quantità molto limitate.
Ma c’è qualcosa di ancora più interessante da sapere. Secondo la normativa vigente, il Chianti Classico DOCG richiede un minimo di 80% di uva Sangiovese, cui si possono aggiungere altri vitigni a bacca rossa autorizzati (spesso Canaiolo Nero e Colorino).
Le uve bianche sono state escluse nel 2006, ma possono ancora essere mescolate con il Sangiovese per la produzione del Chianti DOCG. Per quanto riguarda il Chianti Classico, inoltre, i parametri di qualità sono più restrittivi e riguardano, ad esempio, il numero di ettolitri consentiti per ettaro e la resa media per ceppo.
Fin dalla sua fondazione nel 1924, il simbolo del Consorzio del Chianti Classico è il Gallo Nero, che fu anche l’emblema della lega militare del Chianti sorta nel XIV secolo.
Itinerari turistici
L’area del Chianti Classico è davvero ricca di storia ed è caratterizzata da piccoli borghi, castelli e antiche chiese. Una visita guidata del Chianti inizierebbe a sud di Firenze con la strada Chiantigiana che attraversa l’intero Chianti storico fino a giungere a Siena. La strada è attraversata da una rete di piccoli sentieri che collegano le varie cittadine ai numerosi borghi e castelli (come il Castello di Brolio, dove Bettino Ricasoli dettò la ricetta moderna del vino Chianti). I paesini, grazie alla loro atmosfera rilassante, sono il luogo ideale per una passeggiata pomeridiana e, chiaramente, per comprare e degustare dell’ottimo vino.
Per quanto riguarda l’arte, la maggior parte del patrimonio artistico è visibile nei numerosi musei come quello di Greve e San Casciano. Molte sono inoltre le chiese antiche nascoste tra le verdi colline, che contribuiscono a delineare un panorama mozzafiato, proprio come in un dipinto rinascimentale.
Vocabolario
DOC – DOCG: La denominazione di origine di un vino denota il nome geografico di una zona di viticoltura e designa un vino pregiato. Ci sono due categorie: DOC (Denominazione di Origine Controllata) e DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita). Quest’ultima comporta dei regolamenti di carattere vitivinicolo ed enologico più restrittivi.
IGT: E’ un’altra classificazione dei vini riconosciuta dal governo italiano. Il marchio IGT indica il nome geografico di una zona ed è utilizzato per indicare un prodotto che ha qualità e caratteristiche attribuibili alla zona di produzione (Indicazione Geografica Tipica).