Itinerario alla scoperta dei capolavori di Michelangelo a Firenze
Pochi artisti sono riusciti a lasciare un segno così profondo e duraturo nella storia dell’arte come quello di Michelangelo Buonarroti.
Nato in quel di Caprese, una piccola località vicino ad Arezzo nella suggestiva area del Casentino, Michelangelo si trasferì ben presto insieme alla sua famiglia a Firenze – ed in particolare a Settignano – dove fu affidato alle cure di una balia a causa delle precarie condizioni di salute di sua madre. L’area di Settignano era celebre per le sue cave di pietra e per i numerosi scalpellini che Michelangelo dovette vedere all’opera se da adulto li ricorderà quale prima influenza per la sua futura professione artistica.
Questo itinerario alla scoperta delle opere di Michelangelo a Firenze vuole essere una vera e propria visita guidata del centro storico di Firenze che ripercorra i momenti più salienti della sua biografia e formazione.
L’itinerario che vi proponiamo di seguito vi condurrà alla scoperta sia di alcune delle più grandi opere d’arte del geniale artista, sia di alcuni dei luoghi più suggestivi della città.
Via dell’Anguillara/de’ Bentaccordi
La nostra visita guidata inizia in due tipiche stradine del centro storico di Firenze, precisamente nel quartiere di Santa Croce: al numero 15 di via dell’Anguillara ad angolo con Via De’ Bentaccordi, un palazzo apparentemente anonimo ci ricorda dove visse il sommo artista ai tempi della sua formazione giovanile. Ce lo ricorda del resto una lapide commemorativa che così recita:
CASA
OVE MICHELANGIOLO BUONARROTI
NATO A CAPRESE NEL CASENTINO
VISSE GLI ANNI DELLA SUA GIOVINEZZA
Casa Buonarroti
Per capire meglio gli albori dello stile di Michelangelo Buonarroti (1475-1564), ci dirigiamo a questo punto verso un’altra casa legata alla memoria dell’artista: la famosa Casa Buonarroti, anch’essa nel caratteristico quartiere di Santa Croce. Nonostante il nome però, non si tratta del luogo dove visse Michelangelo, anche se vi dimorò a più riprese: il palazzo fu costruito per volere del suo amato nipote, Leonardo, e fu tramandato di generazione in generazione fino all’estinzione della casata.
Ospita due opere che l’artista scolpì quando aveva circa 20 anni, due bassorilievi importantissimi per comprendere l’evoluzione del suo stile: la Battaglia dei Centauri e la Madonna della Scala. La prima non sarebbe stata possibile senza la conoscenza della scultura classica che l’artista acquisì durante i suoi studi giovanili presso il Giardino di San Marco (l’accademia d’arte promossa da Lorenzo di Piero de’Medici, meglio noto come Lorenzo il Magnifico). La seconda, invece, è un esplicito tributo al grande scultore Donatello per via di un certo citazionismo esplicito del suo cosiddetto “stiacciato”, un bassorilievo sottilissimo, appunto “schiacciato” ma capace di rendere la profondità e la tridimensionalità in maniera stupenda.
Palazzo del Bargello
Dopo la sommossa che obbligò i Medici all’esilio nel 1494, Michelangelo perse definitivamente i suoi committenti e protettori e, dopo una breve sosta a Bologna, iniziò a maturare sempre di più l’idea di trasferirsi a Roma, città dei papi dove già aveva iniziato ad intessere quella rete di relazioni che lo renderà una celebrità. La sua permanenza romana è legata, nell’immaginario collettivo, agli affreschi della Cappella Sistina, alla Pietà del Vaticano o al progetto per la cupola di San Pietro. Risale proprio a quel periodo il celebre Bacco oggi ospitato presso il Museo del Bargello di Firenze.
Questo palazzo, un vero e proprio scrigno della scultura medievale e rinascimentale italiana, presenta ben quattro capolavori di Michelangelo come il Bacco, appunto, il Ritratto di Bruto (possibile allegoria del ramo repubblicano della famiglia Medici contro i futuri parenti usurpatori della repubblica), il celebre Tondo Pitti (conosciuto anche come Madonna con Bambino) e il David/Apollo, ideato probabilmente per Baccio Valori, alleato dei Medici e governatore di Firenze intorno al 1530 e lasciato incompiuto.
L’Accademia
Dopo vari avvicendamenti politici ed esperienze personali, Michelangelo tornò a Firenze nel 1501, periodo durante il quale realizzò alcune delle sue opere più celebri come il David, esposto alla Galleria dell’Accademia.
Questo capolavoro indiscusso della scultura mondiale fu ricavato da un blocco di marmo che, per ben 25 anni, era stato abbandonato dopo il tentativo non riuscito da parte di altri due artisti di creare una statua per quello che doveva essere un progetto iconografico per abbellire con immagini di profeti gli sproni delle terrazze del Duomo di Firenze.
Non se ne fece mai nulla, ma quantomeno Michelangelo diede forma ad uno di questi eroi biblici. L’incarico gli fu assegnato quando l’artista aveva solo 26 anni e nel 1504 il colosso potè essere visto da tutti i cittadini e collocato di fronte al Palazzo dei Priori, anziché su una delle terrazze del Duomo, quale simbolo indiscusso di unità politica.
Presso l’Accademia sono esposte altre sculture di Michelangelo, i cosiddeti “Prigioni”, opere incompiute in cui le figure sembrano intrappolate nel blocco di marmo e nel disperato tentativo di liberarsi. Il gruppo, realizzato per la tomba di Papa Giulio II a Roma, è diventato l’emblema del concetto filosofico-artistico del “non finito” che tanto affascina e meraviglia.
Altre statue incompiute presenti alla Galleria dell’Accdemia sono un San Matteo, realizzato per la Cattedrale di Firenze, e una discussa Pietà (discussa perchè si parla ancora di un’opera non autografa). Per comprendere il “non finito” di Michelangelo è meglio affidarvi ad una guida turistica che vi potrà svelare tutti i segreti che si celano dietro queste opere incompiute del grande artista.
San Lorenzo
Nel frattempo, dal 1515 al 1534, due membri della famiglia Medici salirono al soglio pontificio: Leone X e Clemente VIII, rispettivamente il figlio ed il nipote di Lorenzo il Magnifico. I due papi commissionarono a Michelangelo la realizzazione della Sagrestia Nuova all’interno delle Cappelle Medicee e della Biblioteca Laurenziana per la Basilica di San Lorenzo. Si tratta di esempi eccellenti delle diverse capacità di Michelangelo e della sua straordinaria versatilità artistica. Sebbene lasciò Firenze prima che fossero terminate, queste sue opere testimoniano un innovativo uso dello spazio, considerato estremamente rivoluzionario per il suo tempo.
La Basilica di San Lorenzo ospita, inoltre, sotto la Sagrestia Nuova, la cosiddetta “stanza segreta”, dove Michelangelo si rifugiò per ben tre mesi durante le ultime fasi dell’assedio di Firenze da parte dei Medici e dei loro alleati. Di fede repubblicana, il Buonarroti aveva collaborato con le autorità fiorentine durante il lungo assedio e, una volta rientrati i Medici, dovette senz’altro temere la loro vendetta. Aspettò tempi migliori in una stanza lunga solo 7 metri e larga 2, dove coprì le pareti di schizzi e disegni in attesa del perdono dei Medici.
Museo dell’Opera del Duomo
Continuando la nostra scoperta delle opere di Michelangelo a Firenze è ora opportuno una sosta allo splendido Museo dell’Opera del Duomo, che ospita la drammatica Pietà Bandini, scolpita a Roma nel 1550 ed ideata per la sua tomba. Rappresenta uno dei capolavori più importanti del grande maestro ospitati nel capoluogo toscano. Il pathos della composizione è palpabile e ciò che aggiunge quel tocco particolare all’opera è, senza dubbio, l’autoritratto di Michelangelo stesso nelle sembianze di Nicodemo, la figura maschile che sostiene il corpo senza vita di Cristo affiancato da Maria e dalla Maddalena.
Palazzo Vecchio
Proseguiamo quindi attraversando Piazza del Duomo per dirigerci verso un altro luogo emblematico della storia di Firenze che ci permetterà di conoscere un’altra delle opere di Michelangelo: il famoso gruppo del “Genio della Vittoria”, opera scultorea pensata per una delle tante versioni della tomba di Papa Giulio II a Roma ed esposta a Palazzo Vecchio (o Palazzo della Signoria), nel magnifico Salone dei Cinquecento.
Questa scultura fu posta all’interno di Palazzo Vecchio dopo la morte di Michelangelo, quando il suo fedele seguace Giorgio Vasari convinse il nipote dell’artista a regalarla al Duca Cosimo I dè Medici che la utilizzò come simbolo della vittoria e della conquista di Siena da parte di Firenze.
Gli Uffizi
Durante il suo soggiorno fiorentino agli inizi del Cinquecento, Michelangelo portò a termine un altro suo capolavoro: il cosiddetto Tondo Doni, oggi esposto presso la Galleria degli Uffizi. Si tratta del suo primo dipinto a tempera su tavola e sua unica opera di questo tipo a Firenze. Una visita guidata degli Uffizi vi permetterà di scoprire i segreti di questo quadro in maniera approfondita.
Santo Spirito
L’itinerario da me proposto alla scoperta delle opere di Michelangelo a Firenze non è necessariamente cronologico ma è stato ideato affinchèsi possa abbinare una piacevole passeggiata istruttiva del centro con qualcuno dei luoghi michelangioleschi. Alcuni di questi saranno a pagamento, altri gratuiti come la Basilica di Santo Spirito, in cui possiamo ammirare un’opera giovanile di Michelangelo.
Situata nel famoso quartiere di Oltrarno, la chiesa di Santo Spirito è uno degli esempi più raffinati di architettura rinascimentale di Firenze, disegnata da Filippo Brunelleschi e rimaneggiata dopo la sua morte dall’allievo Antonio Manetti. E’ proprio qui che Michelangelo, all’epoca un ragazzo, trovò accoglienza come in seguito alla morte del suo protettore Lorenzo il Magnifico avvenuta nel 1492.
Durante la sua permanenza in Santo Spirito, Michelangelo ottenne il permesso dal priore per dissezionare i cadaveri del vicino ospedale. Per dimostrare la sua riconoscenza per questo insolito favore accordatogli, Michelangelo scolpì un crocifisso in legno nel 1493 unico nel suo genere. Il Cristo sulla croce ha infatti un corpo fragile da adolescente, quasi un’introspettiva allegoria della debolezza e della fragilità umana di fronte alla morte.
Santa Croce
Ogni itinerario sui luoghi di Michelangelo a Firenze dovrebbe concludersi proprio lì dove è iniziato: nel quartiere di Santa Croce. L’omonima basilica, infatti, conserva le spoglie del grande artista rinascimentale arrivate a Firenze nel 1564 soltanto dopo la sua morte avvenuta a Roma. Il suo fedele allievo Giorgio Vasari disegnerà il sontuoso monumento funebre ed alcuni dei suoi collaboratori scolpiranno le tristi figure allegoriche della Pittura, Scultura ed Achitettura in atteggiamento malinconico per la morte dell’ineguagliabile maestro. Anche noi rendiamo quindi omaggio.
Contatteteci se volete organizzare un tour personalizzato basato sull’opera e la vita di Michelangelo con una guida turistica privata di Firenze esperta di arte e storia.